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CULTURA ARBERESHE a GRECI, Storia di una comunità mediterranea.

Mercoledì 17 Gennaio 2018

CULTURA ARBERESHE a GRECI, Storia di una comunità mediterranea.

Uno degli aspetti di maggior interesse delle attuali minoranze etniche dell'Italia meridionale è sicuramente nella storica capacità, che va sempre più tutelata, di conservare una propria identità culturale la cui ricchezza è rappresentata dalle sue stratificazioni e dalle specificità di lingua e tradizioni.Un interessante esempio è rappresentato dal Comune di Greci-Katundi, comune albanofono in provincia di Avellino, unico paese alloglottoArbereshe (= italo-albanese) di tutta la Regione Campania, che deve il suo nome ai suoi fondatori: i Greci. Nel 535 d.C. l'imperatore di Costantinopoli, Giustiniano, al fine scacciare i Goti dall'Italia, vi inviò Belisario al comando di una spedizione militare. Questi fondò nella Italia meridionale molte colonie greche, tra queste Greci.Il nome rimase anche dopo la distruzione, avvenuta per opera dei Saraceni, nell'anno 908.Per oltre un secolo dalla sua distruzione e fino al 1039, anno della sua riedificazione, non si hanno notizie di Greci.Nel 1039 i principi di Benevento concessero ai Conti Adelferio e Potone-catapano la facoltà di riedificare Greci che riprese ad essere il Centro principale tra Savignano e La Ferrara, ma non riuscì più ad avere l'antica importanza, cadde più volte sotto il dominio di baroni e principi, riuscì, spesso, a riscattarsi, fino ad arrivare in possesso nel 1445 del conte di Ariano Inico Guevara, per poi passare nel 1674 a Inico III col titolo di duca di Bovino e conte di Greci. Gli abitanti di Greci subirono la dominazione dei duchi Guevara di Bovino per quasi sei secoli. Morto Alfonso I d'Aragona, sul trono del Regno di Napoli gli successe il figlio naturale Ferdinando. Questi, di fronte ai principi che tramavano per spodestarlo per rimpiazzarlo con il Duca Giovanni d'Angiò, chiese aiuto all'eroe albanese Giorgio Castriota Skanderbeg, amico del defunto padre Alfonso.Skanderbeg sbarcò in Puglia e alla testa di un esecito che "ascendeva a circa sette mila e duecento soldati di fanteria, oltre due mila e duecento di cavalleria, formato di scelti ed istruiti soldati, sempre soliti a vincere", unitosi con l'esercito guidato da Ferdinando d'Aragona, il 18 Agosto 1461 sbaragliò presso Terrastrutta, in agro di Orsara nelle vicinanze di Greci, le truppe comandate dal Conte Giacomo Piccinino e dallo stesso Duca D'Angiò che, inseguìto, "rischiava di essere preso, se giunto che fu presso le mura di Troia, gli abitanti non l'avessero tirato dentro con l'aiuto di una corda. Di là partì per Genova, e s'imbarcò per la Francia". A seguito di questa vittoria Ferdinando fu proclamato re di Napoli. Il re per ricompensa permise agli Albanesi che lo desideravano di restare in Italia e di scegliersi il luogo dove dimorare. Alcuni scelsero l'attuale Greci, locata in alto in mezzo ad un intenso e verde bosco.Re Ferdinando capì che questo corpo di fedelissimi sarebbe stata buona guardia nel versante sud-est contro eventuali e temute insurrezioni provenienti da Paesi vicini ancora fedeli agli Angioni. In seguito, però, pare siano stati dimenticati dai governanti di Napoli, osteggiati e a volte anche perseguitati.Una nuovo periodo per l'antichissima Greci, che si sviluppa nella civiltà albanese dal 1461-1462 fino ai nostri giorni. (Bartolo Zoccaro, Sindaco di Greci)